Page 57 - FABIO DE POLI
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VICINO ALLE STELLE































                               nale restituendoci un “racconto” veritie-    gurazione per giungere a soluzioni mag-
                               ro, talvolta malinconico ma mai nostal-      giormente astratte.
                               gico.
                                                                            Operasola sta dunque in bilico tra figu-
                                                                            razione e astrazione: se da un lato sono
                                                                            evidenti anche influssi del cubismo sin-
                               Anche se non è totalmente corretto par-
                                                                            tetico di Picasso e di Braque, dall’altro
                               lare di “debiti culturali” bisogna sottoli-
                                                                            non si possono trascurare alcune solu-
                               neare che Fabio, negli anni, ha guardato
                                                                            zioni formali e coloristiche di Joan Miro.
                               molto alla storia dell’arte e in particolare a
                                                                            L’opera è quindi un concentrato di spun-
                               una storia dell’arte recente, attingendo e
                                                                            ti, ispirazioni, sguardi più o meno furtivi,
                               rielaborando dall’esempio di molti artisti:
                                                                            tratti da un repertorio ampio e variegato.                   55
                               da Fortunato Depero che nel periodo tra
                                                                            Fabio De Poli insomma “dipinge la pittu-
                               le due guerre propone soluzioni grafico-
                                                                            ra”, dipinge il suo background artistico,
                               figurative di notevole impatto visivo, ad
                                                                            dipinge la “sua storia dell’arte”, racconta
                               Alberto Magnelli degli anni Venti e Trenta
                                                                            la sua storia, la nostra storia.
                               quando la geometria predominava sulle
                               sue tele ma ancora non aveva lasciato                                Enrica Ravenni
                               il posto alle forme puramente astratte
                               e più liriche; da Nicolas De Stael le cui
                               opere dalle campiture piatte sono quasi
                               “paesaggi dell’anima”, a Jean Hélion del
                               periodo figurativo nel quale si ritrova una
                               progressiva  smaterializzazione  della  fi-
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