Page 23 - FABIO DE POLI
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VICINO ALLE STELLE
incredibile movimento che è stato il Dada. Un movimento che
ha liberato l’arte da sé stessa, ed ha permesso di metterne
in discussione la sua ieraticità. Tuttora chiunque decida
di cimentarsi nell’arte contemporanea non può in alcun
modo allontanarsi dall’innovazione filosofica che Dada ha
rappresentato”.
Oltre che pittore è anche scultore: come funziona nel suo
modo di creare il passaggio dalla bidimensionalità alla
tridimensionalità?
“In realtà è un passaggio che raramente opero, perché mi
ritengo pittore molto prima che scultore. Questo è il motivo che
mi spinge a cercare la bidimensionalità sempre e comunque.
I miei ultimi lavori scultorei sono realizzati in lamina di metallo,
con uno spessore davvero ridotto e che li fa assomigliare di
più a quadri metallici che a vere e proprie sculture. Mi piace
che tutto quello che creo in ambito scultoreo, trasmetta
un senso di leggerezza a prescindere dal materiale usato.
Desidero mettere in scena opere sottili e robuste”.
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Da cosa è nata l’ispirazione per le opere dedicate alla
figura di Robespierre? Perché proprio lui?
“Robespierre per secoli è stato associato indissolubilmente
all’epoca del terrore, e questo tutt’ora impedisce di vedere
con occhi imparziali il suo operato. Anche recentemente ho 21
avuto confronti con amici francesi che mi dicevano come
sia impossibile trovare un museo su Robespierre, mentre
sulla rivoluzione francese sono state aperte e chiuse mostre
di ogni tipo. A mio avviso questo personaggio è stato
quasi rimosso per colpa delle implicazioni che le sue idee
innovative hanno avuto. Purtroppo spesso si dimentica del
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